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Da Napoli a Teverola

Andare indietro nel tempo è un po’ come andare alla ricerca di se stessi e quando si trova un vecchio oggetto è come trovare o riscoprire qualcosa che si pensava di aver dimenticato. E così, rispolverando vecchi oggetti e fotografie, mi sono tornati davanti agli occhi persone, eventi e ricordi che ho amato e amo tanto e che vorrei condividere con tutti voi. Non si tratta della tipica “storia aziendale”, ma della storia della mia famiglia, il cui nome oggi è ormai spontaneamente associato ad uno dei più umili, ma altrettanto nobili, beni che la terra ci dona: il grano.

Forse molti non sanno che ancora prima di dedicarci alla produzione del grano eravamo noti in città per il nostro pastificio, sito a Teverola, paese collocato in quella zona della provincia di Caserta denominata “terra di lavoro”.

Proprio qui tutta la mia famiglia si trasferì da Napoli durante il secondo conflitto mondiale. La città, infatti, era diventata troppo pericolosa per una famiglia numerosa come la nostra, per 12 figli la campagna sarebbe stata sicuramente più sicura. Fu così che mio padre e mia madre trasformarono un antico casale, con annesso mulino, sede del pastificio, nella nostra nuova casa. Niente di meglio per me e i miei fratelli: aria sana e pura, ampi spazi e tanto verde, il luogo ideale dove crescere spensierati. Non eravamo i soli a viverci, eravamo ben 20 persone! Al nostro nucleo familiare, infatti, si erano uniti zii e cugini. Eravamo soliti mangiare nella grande terrazza di copertura, dove amavamo giocare e dove mia madre stendeva i panni al sole.

I miei genitori non si limitavano ad ospitare solo parenti, ma amavano invitare anche gli abitanti di Teverola. Così la nostra casa divenne ben presto un punto di riferimento per tutta la zona ed anche un vero e proprio rifugio. Eh già, perché nonostante l’entroterra fosse più sicuro di Napoli, era comunque soggetto a bombardamenti. Quando suonavano le sirene tutti i teverolesi ci raggiungevano nei depositi sotterranei del mulino, nessun altro posto in zona era più sicuro per ripararsi dal pericolo.

Continua…